(Massacre Records) Ridendo e scherzando, si fa per dire, i tedeschi Grabak son in giro da due decadi. Il loro è un black dalle forte tinte oltranziste e intransigente, i cui rimandi alla patria norvegese, madre del genere proposto, sono quanto mai evidenti. Dopo un’intro pomposa e marziale, “Via Dolorosa” esplode in tutta la sua irruenza sprigionando un assalto sonoro degno dei Marduk. Ma qui non ci limitiamo a sfuriate nere buttate addosso all’ignaro ascoltatore, no qui andiamo un po’ oltre. E dopo attenti ascolti ho trovato del metodo e della lucidità compositiva sotto. Una vena vagamente epica scorre sotto tutte le composizioni, donando loro maggiore enfasi e smorzando parallelamente, almeno in parte, l’aggressività che si percepisce ad un primo ascolto. Intendiamoci, mica parliamo di musica da camera, ma è chiaro dopo gli ascolti successivi che l’album da più di quello che mostra inizialmente. Canzoni come “S.T.U.K.A.” o “Oblivion” sono degli esempi perfetti di quanto ho appena espresso: canzoni potenti e barbaramente ceche al primo ascolto, ben strutturate e bilanciate negli ascolti successivi. Un album onesto che pur non avanzando pretese prende l’ascoltatore per mano e lo porta nei meandri di una musica che spesso ha molto da raccontare e condividere. Un consiglio spassionato: non fermatevi alle apparenze. Mesmerici.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10