(Blood Harvest Records) Nonostante l’etichetta si sforzi di definire questo lavoro un EP, per capirne un po’ il senso conviene figurarselo come una sorta di demo. Tre tracce per mettere nero su bianco (i colori non sono detti a caso) cosa questo gruppo israeliano intende per black metal. Qui il black è inteso come un amalgama nero come la pece, fatto di sensazioni più che di suoni precisi, dove i riff sono talmente impastati da risultare completamente assorbiti dal resto della traccia. La voce poi, ci si chiede in più di un’occasione se ci sia o meno, tanto risulta poco estraibile dal resto di quelli che nella mente dell’ascoltatore cominciano ad essere percepiti più come rumore che some suoni. Ma nel complesso la sensazione che il disco restituisce è opprimente, malsana e nera, così come penso fosse la volontà del gruppo. Quindi, se appunto il fine dell’EP era mostrare una sorta di manifesto sonoro, allora il risultato è stato ottenuto.

(Enrico Medoacus) Voto: 7/10