(Ván Records) Sono due i Haxandrack, S. (Devathorn, Shibalba) e M. (Inferno, Besatt), e legano il black metal che suonano a qualcosa di rituale e fortemente condizionato da tematiche sonore legate a tradizioni dell’Europa orientale. Questo almeno quello che concerne le melodie, trame taglienti del riffing e scelte vocali. Ad ogni modo però la magia nera, l’occultismo e riti antichi ma ripetuti per secoli in maniera nascosta, sono il sale di ogni cosa per il duo polacco-greco. Tanto che il titolo è appunto una nenia, un mantra delle streghe. Dei cinque pezzi si nota subito la loro durata piuttosto sostenuta e comunque legata a parti della composizione che tendono a dilatarli. L’ascoltatore ne resta comunque coinvolto, avvinto dall’aspetto etnico, melodico, folklorico e magico. La band – insieme a S. e M. c’è anche il sessionman per il basso Arkhus A. – si cala in questa atmosfera sospesa tra terre lontane, i suoi riti antichi e una tradizione che sorvola la normalità, il raziocinio e la stabilità della mente umana. Un album che cattura sprazzi di qualcosa di misterioso ed ancestrale.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10