copHellOn(Ferrrum.com) Ormai consolidato ed intramontabile, torna il death/thrash di questo act ucraino, ormai sulla scena da un decennio. È il quindo album e la furia scatenata è sempre presente ed illimitata. Ogni singolo istante delle otto tracce è tagliente, pungente, feroce, letale. Il livello tecnico è sempre altissimo, l’equilibrio tra generi estremi risulta sempre intelligente ed originale, con un crescendo dell’aspetto creativo il quale vede l’introduzione di parentesi affidate a strumenti non certo convenzionali come il sitar, il drymba e lo Shanai, i quali iniettano una componente tribale al concetto artistico globale. Gli assoli sono sempre di alto livello, a volte incisivi, a volte violentissimi… e su “Salvation in Death” c’è la presenza come guest di Andreas Kisser, personaggio che sicuramente innalza la qualità globale di una traccia già efficace e potente. Ogni canzone, come da tradizione, è intensa, brutale, capace di creare headbanging fuori controllo. Sicuramente spicca la opener “Filth”, travolgente ma con diverse idee inconsuete le quali cambiano gli accenti della canzone che rimane comunque veloce, feroce, estrema. Violenta “Delirium”, ricca di dettagli old-school; Decisamente trita-carne “Curse Of Flesh” con quelle ritmiche forsennate e gli assoli micidiali. “Self-Destruction” è oscurità intelligente affiancata a violenza ignorante e brutale, mentre “Lustration” è complessa, ricca, diversa e veramente molto ben composta. La conclusiva “I Am God” intensifica l’oscurità, quasi abbandonando gli accenti thrash e puntando tutto su una decadenza intensa, amplificata ancora una volta dall’uso degli strumenti aggiuntivi e tradizionali. Hell:On ormai non sbaglia un colpo da molti anni, garantendo un metallo privo di debolezze, sempre innovativo anche se fortemente legato alle tradizioni. Non è certo facile suonare death metal tradizionale mescolato a thrash vecchia scuola e dare origine a qualcosa che oltre ad essere coinvolgente risulta costantemente innovativo. Grandiosi!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10