(Heavy Psych Sounds) Tra il doom e il rock, tra il progressive heavy e lo stoner: giungono così al secondo lavoro gli americani Hippie Death Cult, i quali debuttarono solo un paio di anni fa con l’acclamato “111”. La band si formò grazie all’ispirazione artistica del chitarrista Eddie Brnabic che trovò subito in Laura Phillips, basso, la persona perfetta per materializzare la sua visione in quanto unendosi alla band ha anche portato con se il suo batterista, Ryan Moore. Con l’entrata in line up dell’ottimo ed ideale vocalist Ben Jackson (anche tastierista) la band poté finalmente provare, creare, registrare… dando vita al debutto, al contratto con Heavy Psych Sounds e, finalmente, a questo primo lavoro pubblicato per un’etichetta. La radice doom, vaga e divaga, in quanto si passa dalla scuola Black Sabbath a quella The Doors, oltre a rivelare molto prog, tanto sound anni ’70, una buona dose di doom classico e nemmeno qualche spunto più di matrice grunge… dando all’album un senso di continua variabilità, sempre ben accompagnata, fluida, piacevole. “Red Meat Tricks” ha un sound antico, un’atmosfera inquietante, eterea. Fantastico l’assolo di chitarra ed ipnotica la performance vocale. Apre con un sentore occulto “Hornet Party”, prima di scatenarsi con un doom più rocambolesco, capace di iniettare dettagli speed metal, pur rimanendo deliziosamente vintage. Intima e tetra la dark ballad “Walk Within”, suggestiva e brillantemente nebbiosa la title track, pezzo ricco di tecnica, con keys provocanti, suggerimenti intelligentemente blues ed un generale sentore ecclesiastico dal prelibato gusto diabolico. La conclusiva ”Eye In The Sky” affonda la lama nelle carni dell’ignoto, trascinando per la prima metà del brano verso uno stato di trance, tra la vita e la morte, prima di esplodere con riff taglienti dominati da vocals provenienti da qualche attraente dimensione parallela. Un album piacevole da ascoltare, attraente, eccitante: non immediatamente pienamente comprensibile, ma capace di invitare verso successivi ascolti, accompagnando l’ascoltatore dentro meandri più profondi, più nascosti, più misteriosi.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10