cophombremalo(Disiplin Media) Nell’accezione più comune, questo lavoro svela una band che suona del post-hardcore mischiato allo sludge. Molto più prosaicamente viene da dire che il lato sludge rievoca le melodie dei primi Kyuss nell’opener “L’Etranger”. Ma è solo l’inizio! La base hardcore è qualcosa che imbastardisce tutto. Qualcosa che rende il sound ancora più ottuso ed estremo, controverso e spacca-timpani. Il basso spunta in ogni momento per rinforzare questo groove che ha i tratti di un noise reso tremulo dall’effettistica. La batteria picchia veramente duro. La voce è un roco urlare, qualcosa che se il cantante avviasse i meccanismi giusti, potrebbe diventare un growl. Tuttavia non è questione di ‘se’: la band di Oslo ci mette tutta la rabbia e non da meno l’inventiva possibile, per innescare una detonazione sonora di grande impatto. I Hombre Malo a conti fatti non si concedono troppe melodie, o almeno sono controllate, ma amano estremizzare ogni discorso, rendere il lato sludge un muro sonoro privo di chissà quali finezze e virtù. “Vladislav” nella sua lenta incursione nei territori stoner e sludge, riporta il discorso a qualcosa di più definito e non hardcore, come avviene anche nella caotica ma non meno sludge del resto “Deathbed Conversion”, brano istrionico, dove la lancetta dello stile penderebbe verso il post-hardcore e muovendosi con tempistiche sludge. La sintesi o la nemesi che possa essere è “Elena”, breve composizione che sprona i Hombre Malo a pestare duro, come in un post-mathcore ribelle e sfrontato. Il sound è vorace, la musica raggiunge volumi dirompenti: “Persistent Murmur of Words of Wrath” è qualcosa di veramente estremo, al di là di quale genere sia la sua vera sostanza del quale è fatto.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10