cophoracle(Dying Victims Productions) Di solito, album come quelli degli Horacle provengono dagli Stati Uniti o dalla Svezia: fa piacere vedere che anche in Belgio ci siano devoti dell’heavy/speed delle origini, quello ancora strettamente connesso alla NWOBHM! I valloni giungono al debut dopo due ep e allineano otto brani fra cui, cosa piuttosto inusuale, un lungo strumentale, “Passage to Eternity”, che arriva addirittura a sei minuti! Ma vediamo il resto della scaletta. “Carnage Stallion” è davvero molto classica, un brano già sentito molte volte sia negli anni ’80 sia nei 2010 (chi ha detto Enforcer?), ma prendiamolo come l’irrinunciabile singolo per farsi notare: meglio “King Slayer”, dedicata a Jamie Lannister di ‘Game of Thrones’, con il suo riff da Saxon primordiali. “Signs of the Beast” contiene un bel passaggio cadenzato ed epico; dopo la spedita cavalcata “Revenge at Head”, abbiamo i quasi dodici minuti di “Awakening of a crimson Shelter”, un racconto di fantasmi incentrato su una famiglia di ebrei polacchi che abita la propria casa anche dopo la morte nei campi di concentramento. Naturalmente è il posto giusto per delle fughe chitarristiche quasi infinite, sempre nel segno della NWOBHM più rude e sanguigna. Si difende bene anche la conclusiva “The Hounds (Wicked Child)”: nell’assolo le chitarre compiono una progressione lunghissima, che le porta a tonalità incredibilmente acute. Un outsider interessante.

(René Urkus) Voto: 7,5/10