(Personal Records) Ultimamente ho avuto modo di affermare in varie occasioni che il death metal più tradizionale gode di ottima salute, come dimostrano le ultime prove delle grandi band come Autopsy (recensione QUI), Master (QUI) e Suffocation (QUI), in grado di presentarsi con delle uscite degne del loro blasone. Contemporaneamente assistiamo alla nascita di nuove formazioni devote al death metal old school, una passione che consente al genere di vivere una nuova giovinezza e di conservare intatto il proprio fascino a dispetto dei decenni trascorsi. Ne sono un esempio gli Horrifier, giovanissima formazione norvegese al debutto, ma in possesso di un songwriting e di una perizia tecnica degne dei veterani. Il riffing è incisivo, ben bilanciato tra accelerazioni slayeriane e rallentamenti vicini al doom, collocandosi stilisticamente tra primi Death, Autopsy ed Obituary. La voce è potente, un ruggito feroce, non troppo profondo ma furioso. Un altro aspetto degno di nota è la produzione, nitida, con ogni strumento in risalto, ma allo stesso tempo ruvida al punto di portare alla mente il suono che avevano i demo tape di metà anni ’90. Un album aggressivo e veloce, ma caratterizzato da rallentamenti davvero intensi, in grado di donare ai pezzi quell’atmosfera morbosamente ‘horrorifica’.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10