(Blood Fire Death) Ammetto che l’ascolto di “Genocide” mi ha lasciato addosso una sensazione di indecisione: da un lato non posso negare che il deathcore proposto dai madrileni Hummano sia di ottima fattura, con brani potenti, ben strutturati e bilanciati tra parti furiose ed aperture melodiche inserite con gusto, che rendono i brani maggiormente fruibili senza snaturarne la natura aggressiva. Paradossalmente, il difetto principale della band è proprio questo: formalmente nulla da eccepire sulla qualità dei pezzi, come la preparazione tecnica dei musicisti è di assoluto valore. Il problema è che “Genocide” sembra composto seguendo il manuale su come scrivere il perfetto album deathcore. Ogni breakdown, accelerazione e tutto il resto sono messi al posto giusto, suonati con convinzione e passione, ma senza apportare nulla di nuovo, rispetto a quello che bands come Thy Art Is Murder, Whitechapel e Suicide Silence hanno proposto nella loro carriera. Con questo non voglio sminuire un album come “Genocide”, che come ho detto prima, non ha nessuna falla a livello di songwriting, con pezzi che gli amanti del deathcore gradiranno sicuramente moltissimo. Quello che manca è quello spunto, quel lampo di genio che permetta alla band di spiccare e farsi largo tra le miriadi di bands che propongono lo stesso genere.

(Matteo Piotto) Voto: 6/10