(Hellbones Records) Promettente EP di debutto per Hybrid Practice, duo nato circa un anno fa, quando il cantante Demetrio Lo Buono ha risposto ad un annuncio su internet presso il sito villaggiomusicale.com. L’autore dell’annuncio era il poli strumentista Alessandro Arzilli, intenzionato a mettere in piedi un progetto che pesca dalla musica estrema, ma che si muove in maniera eclettica e libera da schemi precostituiti. Nonostante possa essere catalogato come death metal, è abbastanza arduo descrivere la proposta musicale dei nostri. “Pain” e “Reflection” pescano a piene mani dal death scandinavo, caratterizzato da riffs serrati, voce in growling molto profonda (da migliorare a mio avviso la pronuncia della lingua inglese) ed assoli tecnici e melodici. Due ottimi pezzi che si rivelano adatti ad aprire un disco di questo genere, ma un po’ canonici rispetto ai brani successivi. “Eva” alza l’asticella, presentando un sound più personale caratterizzato da soluzioni ritmiche più intricate e rallentate, costellate da assoli davvero ben eseguiti. “The Dead Among Us” è secondo me l’apice di questo EP, grazie a un gran lavoro in fase ritmica tra basso e batteria. “You” è pregna di sonorità più dark, con vocals che alternano parti sussurrate e growling. Decisamente più soft l’inizio di “The Blind And The Mirror”, dove troviamo come guest Alice Chirico, dotata di una voce pulita ed eterea che bene s’intreccia con le vocals aggressive di Demetrio, mentre la parte musicale è in crescendo tra pathos e aggressività. Un EP che nonostante qualche imperfezione (la pronuncia dell’inglese in primis, come ho già detto prima), mette in mostra una band eclettica, originale e dotata di ottime capacità tecnico compositive.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10