(Vendetta Records) Duo norvegese che, sulla carta, suona il tipico black metal nazionale. Ma è davvero così? Forse, ma solo in parte, in quanto “Kvern”, lavoro del duo proveniente dalle foreste del Telemark riesce ad andare oltre, abbracciando senza dubbio il black, ma iniettandoci dettagli personali, quei dettagli suggeriti dalle occasionali tastiere, dai ritmi lenti ed ossessivi, da quel sound così primordiale, carnale, viscerale, pulsante, quasi marziale… come conferma l’epilogo della favolosa “Til gjeste”. Lenta, pesante, pregna di minacciosa malvagità la lunghissima “Opp i røyk”, mentre le pulsazioni di “Det trekker så kaldt” portano davvero alla corte di un black antico, ossessivo, malato… qui tuttavia proposto con dettagli nuovi ed un crescendo melodico incisivo, culminante con un finale subdolo ma geniale. C’è ancora senso marziale ma anche profondamente rituale su “Og nå skal du dø”, si scende nella profondità degli abissi più sulfurei con la decadente “Over flammehavet”, pezzo immenso che gioca con genialità ai confini del DSBM. Un viaggio dentro la ossessiva frenesia del ciclo della vita il quale termina o, per meglio dire trova il suo culmine, la sua massima espressione con la celebrazione delle morte. Sei inni al trapasso, all’inevitabilità del sonno eterno, alla sua naturale necessità, il tutto passando attraverso il paesaggio, il mistero e gli echi tanto inquietanti quanto attraenti delle foreste tetre del mistico Telemark, la dimensione ideale per il fascino inebriante del black metal puro, non commerciale e deliziosamente underground.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10