copinnerwish(Ulterium Records) Chi non muore si rivede, e dopo ben sei anni dall’ultimo disco “No turning back” tornano in pista i greci InnerWish, che mi colpirono positivamente con il loro album “Inner Strenght”, del 2006, uscito nientemeno che per la Limb. La tagliente “Roll the Dice” è subito un assalto all’arma bianca: power/thrash molto quadrato, chiaramente ispirato ai maestri tedeschi del genere, che – come da tradizione – riesce pure a inventarsi un ritornello melodico e cantabile. Nervosa e ruggente “Modern Babylon”: vi garantisco che già al secondo ascolto vi troverete con l’impronunciabile singer George Eikosipentakis a urlare “We stand united or fall”! Da questo punto in poi il disco si ammorbidisce un minimo, pur senza perdere la carica – e risulta dunque più simile alle vecchie uscite. Tastiere potenti si intersecano con i cori nella massiccia “Machines of Fear”, mentre “Needles in my Mind” non rinuncia al classico effetto cavalcata. I sette intensi minuti di “Rain of a thousand Years” hanno dei momenti sinfonici che ricordano i migliori Primal Fear; vira verso tonalità moderne “Through my Eyes”, e abbiamo anche lo spazio per la ballad puramente acustica “Cross the Line”. La conclusione di tutto il disco è affidata alla solenne “Tame the seven Seas”: si tratta di un mid-tempo, ma a molti potrebbero comunque venire in mente gli Avantasia più duri, richiamati dalla struttura dei cori e del ritornello. Ci sono diverse sfumature del power metal in questo “InnerWish”: approvo incondizionatamente! Copertina, naturalmente, di Felipe Machado Franco.

(René Urkus) Voto: 7,5/10