(The Sign Rec.) Tra i migliori negli ultimi anni nella scena metal svedese, gli Iron Lamb pubblicano un nuovo e appagante album. Il loro metal and roll è fiammante, come una moto cromata lanciata sulle strade. L’opener “Apocalypse Express” è il tipico brano che ‘non fa prigionieri’ perché asfalta l’ascoltatore e live è una carneficina. I residui del rock anni ’70 si sentono a pelle, le distorsioni ben programmate e limate arricchiscono ogni spunto, il drumming è semplice ma coinvolgente. Daniel Ekeroth, fanzinaro, scrittore di diversi libri sul metal, ‘ideologo’ dello swedish sound, soprattutto bassista, insieme alla voce al vetriolo di Daniel Forn Bragman, già con Vinterland e altri, accende i motori al massimo regime. Jens Bäckelin e Johan Wallin (il secondo nei Repugnant e General Surgery) pilotano le chitarre, le smaltano di un’anima viva attraverso un riffing che sa essere rock and roll, oltre a derivazioni doom, NWOBHM, occult rock e così via. Le etichette e i generi sono complementari, si sovrappongono o si susseguono, ma non sono distintivi perché è appunto il rock and roll che ‘tutto move’ e che ogni cosa decide. La batteria è di Thomas Daun (con Repugnant, Dismember, Crasdïet e molti altri), come già specificato piuttosto essenziale, pulita, ma cuore pulsante di ogni iniziativa degli altri musicisti. Nemmeno quaranta minuti questo “Blue Haze”, ma non né occorrevano affatto di altri per ribadire che in Svezia loro dettano legge. O almeno anche loro!

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10