(STF Records) Sembra ieri il giorno che ho sentito parlare per la prima volta degli Irreverence. Era la fine degli anni ’90 quando mi imbattei la prima volta nella band meneghina tramite le riviste dedite al metal delle quali ero un assiduo lettore. Scoprii che i nostri erano attivi sin dal 1995. Dopo quasi un quarto di secolo, gli Irreverence continuano a sfornare dischi di gran qualità, mescolando sapientemente thrash metal aggressivo e groovy con il death metal melodico figlio della scena di Gothenburg sviluppatasi proprio a metà dei 90’s. “Still Burns” mette in mostra una band sicura dei propri mezzi, coesa ed esperta, ma che al contempo non ha perso un grammo dell’attitudine selvaggia e brutale degli esordi. “So Far, So Good” apre le danze con ritmiche sostenute e massacranti, un’autentica mazzata della durata di tre minuti scarsi. “Hate Still Burns” è un continuo invito all’headbanging, e per quanto mi riguarda è di gran lunga il miglior pezzo del platter. “Blind Times” parte oscura e minacciosa, con un arpeggio tetro e voci sussurrate, prima di esplodere in un riffing degno dei migliori At The Gates. La conclusiva “6.01” è ricca di cambi di tempo, con il basso e la batteria in evidenza. Un album ai limiti della perfezione, dove classe, eccellenza tecnica e furia belluina si fondono alla perfezione.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10