copkomakiller(Undeground Symphony) Onestamente non mi aspettavo che la Underground Symphony pubblicasse un disco come quello dei Koma Killer. Per carità, non sto certo dicendo che sia un brutto album; ma è decisamente lontano dal target di Maurizio Chiariello e dei suoi canonici acquirenti (fra i quali mi includo senza alcun dubbio). Questi ragazzi bellunesi, che nascono dalle ceneri dei Seven Dark Eyes, si dedicano infatti a un metal moderno e contaminato, che forse non ha ancora preso una direzione precisa e identificante. “Deep Coma” mette insieme spunti gotici e riff pesanti con tastiere tipicamente anni ’70: il mix funziona bene, la produzione è forse un po’ secca e penalizza in particolare, come quasi sempre accade in questi casi, la batteria. Dai toni decisamente moderni, quasi nu, “Black Wells”, che mostra pure qualche accenno di elettronica; chitarre scatenate e melodia vincente in “Recorded in my Soul”. Molto particolare “Killer”: un sound durissimo, quasi thrash, e nel cantato subentra talora in un growling potentissimo. “Night of a Maniac” cambia ancora, qualche richiamo ai Metallica nella strofa, poi di nuovo tastiere spaziali nel refrain, forse gli Alice in Chains qui e lì… insomma, un po’ disorientante! “King of Lies” torna al dark gothic, quindi il disco è chiuso da “Out of Control”, ritmata, asciutta e serrata. Forse i Koma Killer devono ancora maturare un po’: il mio parere è che in questo “Reboot” ci siano troppe ‘svolte’ e troppi spunti che restano poco sviluppati. A qualcuno certamente questa varietà potrà sembrare un valore aggiunto, ma personalmente trovo che comprometta l’unitarietà e la possibile godibilità del platter.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10