copkorrigans(Nemeton Records) Il nome potrebbe far pensare a un gruppo irlandese, ma i Korrigans sono laziali (per la precisione dalla provincia di Latina) e non si dedicano ad elfi e folletti, ma alla storia degli antichi popoli italici. “Ferocior ad rebellandum”, il loro debut, narra infatti dei volsci, antica popolazione del litorale laziale, e del suo inesorabile assoggettamento alla potenza romana nel corso del IV secolo a. C. La scarsezza dei dati storici al riguardo permette ai nostri di spaziare anche un po’ con la fantasia, e il risultato è accattivante senza essere troppo didascalico. Dopo il “Proemio” in latino, “Latium vetus” ha un ottimo e musicale testo rimato in italiano: l’alternanza fra uno scream arcigno e un clean appena sporco di growling è ben riuscita, e i toni sono epici e folk come non mai. Non vengono in ogni caso lesinate decisive incursioni nell’estremo, in piena fedeltà al viking delle origini. “Il Baluardo” recupera e reinventa celebri melodie tradizionali (usate fra gli altri anche dagli Arcandia e dai Rhapsody); di “Iter Bellicum”, divisa in due parti, mi convince soprattutto la seconda, caleidoscopio di sonorità con una marcata matrice folk. “Bacchanalia” ha per larghi tratti il ritmo sfrenato delle danze estatiche; il disco culmina con la titletrack (a sua volta preceduta da una bella intro a cappella), che alterna passaggi acustici alla Ensiferum a sfuriate folk/black molto coinvolgenti. A chiusura della tracklist, “L’Animo degli Eroi” è un congedo dai toni più solenni. Il disco mi è indiscutibilmente piaciuto, ma mi sento anche di muovere una piccola critica a questi giovanissimi (o almeno tali sembrano nelle foto): l’insieme finisce per risultare un po’ caotico e disordinato. Organizzando meglio le idee e i tempi del disco, i nostri potranno certamente affermarsi sullo scenario nazionale.

(René Urkus) Voto: 7/10