copkupidskurse(Revalve Records) Inizio a scrivere dei Kupid’s Kurse facendo loro i complimenti. Non so se sono furbi o bravi, ma si meritano i miei sinceri complimenti. Sapevo che l’album arrivava dalla Revalve Records, etichetta italiana e che in catalogo ha solo band italiane e per buona parte ottime, quindi mi aspettavo una band nostrana. Come d’abitudine solo dopo l’ascolto ho preso informazioni e dunque apprendo che i Kupid’s Kurse sono di Bellinzona, Svizzera, dunque è la prima band straniera nel catalogo del’etichetta (ho avuto modo di sapere che ne arriveranno altre), e per essere una formazione al debut album e con un solo EP realizzato quattro anni fa, i Kupid’s Kurse dimostrano di saperci fare. Sono autori di un death metal moderno, ovvero intriso di risvolti deathcore, melodic death metal, thrashcore, vaghi cenni metalcore. E’ dunque quel filone che mette insieme tante e più cose, diverse identità per masticarle e tirare fuori qualcosa che sia attuale, contemporaneo, ma che in realtà ha dentro tutti cliché già ampiamente sentiti. Quante band suonano così al giorno d’oggi? Centinaia. Sapete da dove provengono il più delle volte? da qualsiasi paese d’Europa e d’America e del mondo. La differenza però te la fa chi sa suonare il genere e chi no e, più raramente, chi sa scrivere dei pezzi e chi no. I KsK sono di sicuro tra i primi, cioè quelli che sanno suonare il genere in cui si cimentano e lo fanno con cognizione di causa, imbastardendo il loro sound con una serie di cose e tirano fuori uno smalto davvero impressionante per la propria musica. Si, la loro musica è matura, è contemporanea, è ben registrata. Nessuna novità dai Kupid’s Kurse, ma sanno suonare risvolti melodic death metal vagamente Edge Of Sanity, spunti bellicosi e progressive a volte quasi alla Dissection e una dimestichezza nel songwriting che non è quello di chi è alle prime armi. Suonano dal 2007 e proprio oggi ascoltavo una band olandese che è di due anni più vecchia di loro e che ha fatto un EP in più, ma i Nostri rispetto ai giovani olandesi di cui dicevo e rispetto a molti altri, propongono una maturità e sicurezza che non si riscontra in tutti e soprattutto non i tutti gli album d’esordio. Non voglio però ridurre i KsK a dei semplici e navigati esecutori: sono autori di almeno quattro-cinque pezzi interessanti, piacevoli, sonori all’orecchio, in questi dieci totali e racchiusi in 45′. Se amate il melodic death metal un pochino estremo e ricco di spunti rivolgete le vostre finanze a questo lavoro.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10