copLoinen(Svart Records) Strana band della scena sludge/doom finlandese. Strana e oscenamente underground. Cantano in lingua madre, che in questo genere suona tagliente ed impattante, e hanno il simpatico vizio di non dare un vero nome ai dischi (“Loinen” -che vuol dire “parassita”- tra album ed EP è il terzo lavoro con questo titolo, senza contare il moniker). Dischi -esattamente- perché questa perla di deviazione mentale dai toni ultra bassi esiste solo in vinile con tiratura limitata (425 copie). Non esiste nemmeno la consueta card per il download digitale allegata ai vinili moderni. Attivi ormai da 12 anni, offrono un sound lento, pesantissimo, dove riff sporchi sono la regola, i ritmi lenti, evidenziati dai piatti della batteria, sono la cadenza funebre di questi trentanove minuti di angoscia, mentre il basso è invadente e dominante, anche perché nei Loinen non ci sono chitarristi, ed i bassisti sono ben due. La voce è tendenzialmente estrema, forse più in linea con certi sub generi black metal, ma riesce anche a produrre un growl non fantastico ma certamente possente e perfetto per lo sballo sonoro proposto. “Portto” è ossessiva, e quel titolo ripetuto un milione di volte diventa un incubo dal quale sembra impossibile risvegliarsi. “Kuolemanselli” offre il vocalist agli estremi, mentre la successiva “Tässä Talossa” è lenta e lacerante. Sconvolgente “Ruumishuone”: sembra un funerale, un culto del dolore esaltato da suoni criptici, ai confini del psichedelico. Il lato B di questo vinile, che sembra subdolamente invitare al possesso -anche forse per il semplice fatto che esiste- apre con “Sekaisin”, dove i livelli di sostanze stupefacenti assunti durante la composizione si rivela con una ritmica lenta ed ancora una volta ossessiva, le voci, tra grida e preghiere, spinte in secondo piano, coperte, occultate. “Jerusalmen” sembra doom composto da Vrangsinn, e risulta offensivo, deliziosamente offensivo. Il colpo di grazia arriva con la conclusiva “Hyödytön Eläin” è una mazzata di oltre nove minuti che fa emergere anche delle sonorità antiche, che ricordano, nel contesto marcio dei Loinen, anche i Black Sabbath. Non è musica facile. Non è roba da semplice ascolto. Non è roba per la festa con gli amici, o da sentire distrattamente. Questo è un qualcosa che rivela una intimità putrefatta. Non si tratta di musica creata per piacere. E’ musica vomitata dalle contorte instabilità mentali dei quattro artisti, parcheggiata, e -quando a qualcuno passa per la testa- pubblicata (questo disco è stato registrato ad inizi 2012!). Ma i Loinen non vogliono piacere. Piuttosto desiderano offendere, disturbare, sconvolgere. E queste otto tracce riempiono egregiamente i due lati di un vinile che quando solcato dalla puntina sembra… gridare di dolore e sanguinare un sangue marcio. Puro culto!

(Luca Zakk) Voto: 8/10