(Massacre Records) Assieme ai Wizard, i Lonewolf sono fra le ultimissime band a suonare puro, incontaminato, barbarico ‘warrior metal’: un heavy/power muscolare, doppiocassato e guerresco, certamente un unicum (o quasi) almeno per la scena francese! Per festeggiare il decimo disco in studio, i transalpini regalano ai fan un cd bonus di rarità e ri-registrazioni dal parterre dei propri primi dieci anni (parliamo quindi del periodo 1992-2003). Cominciamo dall’album di inediti. Per dimostrare che non pestano proprio sempre e ininterrottamente, i nostri aprono il disco con il lungo brano in crescendo “The Last Goodbye”, che per larghi tratti è più power che classic heavy metal e sembra dedicato a una perdita personale del leader Jens Börner. Sempre bene, in ogni caso! “The Fallen Angel” è una cavalcata muscolare a briglia sciolta, mentre “Manilla Shark” è naturalmente dedicata a Mark Shelton, il leader dei Manilla Road prematuramente scomparso, celebrato con toni elegiaci. Doppia cassa a elicottero per la martellante “Underground Warriors”, dedicata ai fan della band; duelli chitarristici ben riusciti per “Alive”, e anche “Lackeys of Fear” è un tritatutto assai trascinante, peraltro con un testo diciamo impegnato sul sociale. La chiusa è affidata al secondo brano di una certa lunghezza: “Drowned in Black”, di ben nove minuti, si apre e si chiude su toni acustici, ma non si discosta poi moltissimo dal resto delle altre canzoni per il suo ritornello fulmineo e i suoi solos fulminanti. Veniamo quindi al cd bonus, dall’evocativo titolo “Into the Past We Ride”. La quasi-titletrack “Into the Battle We Ride”, dedicata all’eterno mito vichingo, ha un approccio forse leggermente più power/thrash, mentre c’è un afflato epico nel riff di “Towards the Light”. “1789” cambia leggermente l’approccio, con un heavy/power leggermente più meditato (e fieramente gallico); si torna a martellare con “Witch Hunter”, il brano migliore è sicuramente il conclusivo “Erik the Red”, degno dei Wizard dei tempi d’oro e perfetto manifesto del metallo stentoreo dei francesi. Meno che delle stelle della scena, ma più che onesti mestieranti: ai Lonewolf il mio augurio per altri dieci dischi true metal!

(René Urkus) Voto: 7,5/10