(Reaper Entertaiment) Se per “The Waste Land” (recensione qui) avevo espresso qualche riserva, mi trovo ora a sponsorizzare senza riserve il nuovo disco, il terzo della serie, dei finlandesi Lost in Grey: il loro ‘theatrical metal’ sembra aver raggiunto il giusto equilibrio, e il risultato sono 57 minuti di delizia sonora! La potentissima intro “I” sfuma nella gigantesca “Disobedience”, che solleva un wall of sound maestoso e dirompente: una sorta di versione gothic/soundtrack dei Wintersun, con echi anche di Crimfall. Da lodare anche l’approccio pieno ed evocativo delle lead singer Anne Lill ed Emily Leone. L’ingresso del secondo cantante, Harry Koskela, con il suo vocione baritonale, rende “Waves” molto enfatica; ottimo anche il brano in finlandese “Varjo”, un folk emozionale e avvolgente. Quasi dieci minuti per la suite “Souffrir”, dove si potrebbe pensare che il disco raggiunga il culmine: fra suoni ‘burtoniani’, cori di voci bianche, accenni burleschi e orchestrazioni sognanti non ci si annoia di certo! Ma il culmine deve ancora arrivare, con la suite conclusiva in tre parti “Stardust”, che insieme copre circa 21 minuti. Mentre “The Race” evoca a tratti i Nightwish più barocchi, soprattutto nel refrain, è in particolare la sezione conclusiva, “The Abyss”, a consentirsi i cori più roboanti e le orchestrazioni più drammatiche. Nell’insieme una esperienza sonora a 360°, in grado di far vivere all’ascoltatore momenti di vero entusiasmo!

(René Urkus) Voto: 8/10