coplotusthief(Svart Records) Roma, un secolo a.C., Tito Lucrezio Caro, “De rerum natura”. San Francisco, giorni nostri, Lotus Thief, “Rervm”. C’è un forte collegamento tra l’opera di Tito Lucrezio Caro e questo “Rervm”, album decisamente alternativo basato appunto sull’opera del poeta e filosofo. Sei tracce esattamente come sei erano i libri che componevano l’opera epico-filosofica. Lotus Thief è una nuova creatura, composta da due artisti (entrambi militanti nei Botanist… ma Otrebor -ovvero Roberto Martinelli- è anche Ordo Obsidium… e pure la mente della webzine Maelstrom), i quali si dedicano ad un concetto atmosferico che passa per il metal, per il rock, per l’ambient, lo space rock… cercando di dare un nuovo valore ad un testo antico, cosa che hanno intenzione di fare anche in futuro, dopo di questo debutto. Le sei (lunghe) canzoni sono godibilissime, ricche di armonia, molto complesse ma anche molto penetranti. L’angelica voce di Bezaelith è un valore aggiunto decisivo che crea un’aura mistica, con componenti che derivano da diverse direzioni, creando un aspetto rock e dark wave inaspettato. Il percorso è variegato: “Aeternvm” offre un sound digitale che si appesantisce, diventa epico, poi atmosferico, poi noise… creando una situazione di costante piacevole instabilità. “Miseras” è un complesso rock alternativo che divaga su ambienti space rock, metal e ambient. Coinvolgente “Discere Credas”, piena di energia pulsante e groove, riccamente farciti da un rock psichedelico travolgente. Molto intensa ed emozionale “Lvx”, sconvolta ed instabile “Discordia”, mentre la conclusiva “Mortalis” è forse il pezzo più diverso, più metal dell’album, grazie ad un riffing più chitarristico, ritmi più carichi e pure l’uso di un proto-growl. Certamente un progetto diverso, non comune, non legato ad alcuno stile preciso, moda, trend… se non il marcato desiderio di unire poesia antica con suoni moderni. Certe divagazioni estreme rischiano di togliere valore ad un album sostanzialmente geniale, ma è anche vero che siamo in pieno territorio anarchico, dove le regole sono morte e l’artista non ha confini.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10