copluciddreaming(Limb/Audioglobe) Per chi frequenta l’underground heavy/power tedesco, Till Oberboßel non è un nome sconosciuto: i suoi Elvenpath sono, per quel che mi riguarda, l’ultima band all’universo (magari potremmo affiancargli giusto i Crystallion) a suonare un power metal europeo assolutamente primordiale, da fine anni ’80-inizio anni ’90, come quello dei Chroming Rose, degli Avalanche o (soprattutto) degli Heavens Gate. In questo nuovo progetto, il polistrumentista si lancia nella metal opera e, coinvolgendo artisti tedeschi da noi poco noti (spicca il nome di Jutta Weinhold), mette in musica “Le cronache di Prydain”, ciclo fantasy degli anni ’60 scritto dall’americano Lloyd Alexander. Il risultato sono 76 minuti di epica sinfonica che fanno naturalmente pensare ai Rhapsody of Fire, anche se la componente classic heavy metal si fa sentire qui e lì per un risultato più massiccio e ovviamente teutonico. “Motherless Child” suona effettivamente come degli Elvenpath votati al fantasy: Oberboßel si esprime sempre al meglio su minutaggi lunghi (qui siamo oltre i sette minuti), punti di forza sono le vocals più variegate (in tutto i cantanti coinvolti sono undici) e un refrain fra l’epic e lo speed. A dispetto del titolo, “The Quest for the white Pig” ha un grosso potenziale epico, dietro il quale si vedono chiaramente le matrici del sopracitato heavy metal tedesco di metà anni ’80. “Side by Side” è per metà una ballad acustica e per metà una classica cavalcata, in cui convince l’alternanza fra voce maschile e femminile; “Swords for Prydain” è il brano più folkeggiante dell’intero lotto, ma in epicità è superato dalla lunghissima (undici minuti) “To Caer Dathyl”, dove Oberboßel può spaziare fra diverse atmosfere (da quelle classicamente power ad altre cinematografiche, fino al folk quasi puro) per un risultato di grande impatto. Refrain quasi helloweniano in “Where Evil rides”, mentre in conclusione abbiamo un’altra cavalcata power con ritornello torrenziale (“No turning back”). Il progetto Lucid Dreaming è la dimostrazione che, ancora nel 2013, si può comporre un convincente e riuscito disco di power metal.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10