(The Sign Records) Quasi sconosciuti qui da noi, i Märvel sono in patria – la Svezia – un piccolo caso mediatico. Arrivati alla veneranda età di vent’anni di carriera e nove album, i Märvel hanno da anni trovato una piccola nicchia in cui crogiolarsi, lasciando agli altri l’onere di innovare musicalmente la scena svedese. Stiamo infatti parlando di un trio che musicalmente e visivamente potrebbe essere visto come uno strambo ibrido tra i Tre Allegri Ragazzi Morti e i Volbeat. Da questi ultimi, infatti, sembra esserci in comune il timbro vocale e la voglia di basarsi su una forma distorta di rockabilly e musica leggermente più dura (ma mai dura come quella dei Volbeat, comunque); mentre dal gruppo veneto sembrano ereditati l’iconografia e le maschere. Lo so, paragone ardito, anche perché musicalmente siamo comunque davanti a del sano rock, in cui il trio si cimenta con scioltezza e mestiere, senza mai cadere nell’autocompiacimento, ma dando prova di divertirsi ancora, a discapito dei due decenni di vita del gruppo. E la cosa non è assolutamente da sottovalutare…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7/10