copmantra(Autoproduzione) I Mantra sono una band francese che ha sviluppato un sound piuttosto particolare. Un metal progressive che è tale sia per il mutare del songwriting che per un utilizzo di scomposizioni ritmiche e del riffing. Una frammentazione musicale scorrevole che catalizza l’attenzione dell’ascoltatore e domina le otto composizioni, le quali si aprono con “Toward the Light”, dove le onde del mare che si rifrangono a riva vengono spazzate via da un attacco thrash/death metal virulento e poderoso. Un groove pieno di odio e aggressività. Non male, salvo poi ecco entrare una pausa nettamente calma, placida, semi-acustica e che dura fino alla fine del pezzo. La seguente “Call My Name” vede un bel riffone thrash metal tra Sepultura e Slayer, ma anche qui segue un intermezzo psichedelico, inaspettato. Un sound che per certi aspetti ricorda delle cose dei Mastodon e in particolare per le fasi meno accese, per i suoni soffusi nei risvolti non metal o di quelli in stile metal-psichedelico, per il resto il tessuto metal dei brani è un thrash ben architettato, con qualche tendenza death e djent metal. I pezzi hanno un durata quasi sempre sostenuta, con almeno due canzoni che superano gli 8′. Solo la sommessa, ammaliante, nostalgica, psichedelica e strumentale, con l’ausilio di una flautista, “Elevate” tocca solo 3′ di durata. Eppure questo sound ha diverse sfumature, ma il tutto è governato da un ordine, una linearità che rendono l’insieme un’opera suprema, di qualità. “One” è docile, ricorda i Tool, ricorda un rock/metal lisergico e a momenti anche space rock, grazie ad un languido e siderale utilizzo delle chitarre. “Into the Light” è un colpo di luce, ti spiazza, hai bisogno di tempo perché gli occhi si abituino a questo inondare di situazioni, ruvide o delicate che siano riescono sempre a dominare la mente dell’ascoltatore. La mente se la portano via i Mantra, attraverso un gioco di composizione fluente ed assimilabile, nonostante la vasta ricchezza di sfumature. Il tessuto metal è ordinato, ma ben possente, le distorsioni hanno carattere e vivono con una voce roca, quasi growl, mentre diventa placida e poetica nelle fasi non metal. Un album inaspettato per la sua ricchezza eppure formalmente metal nella sua sostanza.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10