(Pulverised Records) Diciamolo da subito: Paul Speckman ha realizzato un buon successore di “The Human Machine” e facendolo nel solco della tradizione. Siamo in quel punto dove convergono death metal, thrash metal e hardcore e li Speckman, con i suoi due compagni Zdenek Pradlowsky,batteria, e Alex Nejezchleba, chitarra, ha piantato la propria bandiera, la quale sventola dal 1983, e preso possesso di un sound ormai indissolubile e pur sempre un sound uguale a se stesso. Monotoni? Non proprio, mettiamola così: se conoscete i master allora sapete già cosa vi aspetta. “The New Elite” propende leggermente verso l’hardcore o comunque a quel sottile fascino della contaminazione punk  e “Remove the Knife” lo dimostra in tutta la sua splendida sfacciataggine, rivelandosi un qualcosa che nasce dal rock più spinto (vedi la fase centrale con l’assolo) e i Napalm Death più virulenti. Un figlio ibrido dal cuore che va su di giri. Mostruoso! “Redirect the Evil” propone una struttura più articolata e con una discreta dose di groove. Il thrash metal pompa ormoni in “Out of Control”, “Guide Yourself”, “Souls to Dissuade”. In “New Reforms” i Master accelerano di brutto e “Twist of Fate” mette in evidenza il lato strettamente death metal, comunque presente ovunque, della band. I Master non sono la band che cerca l’impatto o è interessata a proporre super produzioni (tuttavia la qualità sonora è soddisfacente), non hanno mai preteso questo; Speckmann punta alla propria tradizione e alle sue idee che potremmo retrodatare, stilisticamente, alla seconda metà degli anni ottanta. Metal che arriva da lontano, ma da un testimone inossidabile di quegli anni e questo vuol dire genuinità.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10