(Purity Through Fire) Pubblicato durante gli ultimi giorni dello scorso anno, “Silent Leges Inter Arma” è l’album di esordio per la one-man band tedesca Mavorim. Dietro questo nome si cela l’opera di P.H., mente e braccio al quale dobbiamo i 45 minuti di musica qui presenti. Dopo aver partecipato ad un paio di split e rilasciato l’EP “Der König Ist Tot”, Mavorim si affaccia così ufficialmente sul mercato grazie alla sempre attenta Purity Through Fire. Il musicista tedesco si cimenta con uno stile fortemente debitore al black metal scandinavo anni ‘90, in particolare a quella seconda ondata che vide formazioni come Dissection, Naglfar e Lord Belial sdoganare un certo gusto per la melodia affiancato alla cieca violenza caratteristica del genere. Come vuole la tradizione, lo scream di P.H. è feroce e asseconda egregiamente il lavoro svolto delle chitarre, sia elettriche che acustiche, sempre gelide ed avvolgenti. Solo di rado si ricorre tuttavia al blast beat privilegiando invece tempi moderati, quasi da marcia, che permettono alla componente più “musicale” di emergere. Non rare infatti sono le parentesi atmosferiche nelle quali arpeggi o linee di tastiera intrappolano l’ascoltatore in un manto oscuro ed oppressivo. Se la lingua tedesca utilizzata per i testi dona un’aura marziale al tutto, questo non inficia tuttavia la resa melodica generale che citavo in precedenza. Canzoni come “Waffenträger” e “Kolosse Aus Stahl”, nella quale si ricorre anche a parti corali, mettono perfettamente in luce il lato più accessibile della musica di Mavorim che contribuisce a coinvolgere ancor più l’ascoltatore. Non cieca violenza quindi ma piuttosto un’aggressività ragionata e dosata, forse troppo. Ecco probabilmente il fattore che non mi ha convinto del tutto e, in ultimo, lasciato con l’amaro in bocca. All’interno di una stessa canzone capita spesso infatti di avere la sensazione che l’autore si sia quasi trattenuto, volendo inserire ad ogni costo sezioni atmosferiche ed orecchiabili anche se, fondamentalmente, non necessarie e quasi forzate. A sottolineare comunque la cura posta in questo progetto ci sono i suoni, potenti e ben bilanciati, che aiutano a trasmettere fedelmente ciò che la mente di P.H. ha immaginato per noi. Nel complesso ritengo che il musicista tedesco possa ritenersi soddisfatto di questo “Silent Leges Inter Arma”. Un progetto interessante dal quale emergono buone idee ma anche diversi aspetti da smussare; i margini di miglioramento, presenti e a mio modo di vedere colmabili, lasciano intravedere un futuro promettente.

(Davide Galli) Voto: 7/10