(Reaper Entertainment Europe) Lo ripetono da tempo: ‘avanti con la battaglia, ancora una volta!’. In questo caso la quarta volta, il quarto capitolo di questa super band inglese composta da un orda di animali da palcoscenico, bestie del male che militano o hanno militato in act ‘sacri’ per il death metal: Benediction, Napalm Death, Anaal Nathrakh, Bolt Thrower, Massacre, Sacrilege. Con il nuovo disco se ne va il batterista Andrew Whale ed al suo posto entra Spikey T. Smith (dei Sacrilege), ma nonostante il cambio di lineup la band continua a risultare compatta, un motore che gira potente e regolare, capace di portare avanti ancora una volta la bandiera di un death metal legato alla tradizione ma reso attuale, in linea con le orecchie di oggi, fortunatamente non moderno, ma comunque lontano dal ‘già sentito’ o dallo scontato. Rispetto al precedente “Requiem For Mankind” (recensione qui), questo “To The End” è più oscuro, più intenso, spesso più doomy ed introspettivo, pur offrendo badilate di riff spacca ossa ed un diffuso costante invito all’headbanging spezza vertebre. Questo lavoro apre ad una nuova trilogia ben evidenziata dalle favolose copertine; i precedenti tre lavori coprivano il tema ‘ciclo della morte’, la morte del ‘Re’, con la bara di ritorno attraverso il paesaggio devastato dalla guerra, poi il lutto dei sudditi ed infine il riposo in pace; la nuova trilogia invece inizia più indietro nel tempo, parla della vita di questo ‘Re’ ed il primo capitolo descrive gli eventi che hanno portato al primo episodio della trilogia precedente… ed ecco che questo leader delle tenebre chiama alle armi i suoi guerrieri post apocalittici… verso la battaglia, verso un’altra battaglia, verso quella che sarà l’ultima sua battaglia. I brani seguono questa distopica -ma non troppo- storia: “Onwards Into Battle” è un’autentica chiamata alle armi… contro un nemico tanto immaginario quanto reale, considerando i tempi attuali; un brano con sentore epico ed un main riff in mid tempo che non prende prigionieri. Death feroce con “This War Is Won”, un brano che racchiude una parentesi melodica molto suggestiva ed un divagazione tetra nella quale basso e batteria creano un’atmosfera inquietante. Ancora melodia e riff d’assalto con “No Effect”, mentre “Failure To Comply” è un altro brano ribelle, contro il sistema, contro un generale senso ingiustizia espresso musicalmente con pulsazioni infernali ed evoluzioni melodiche ricche di tecnica ed arrangiamenti ricercati. Stupenda l’oscura e funerea “Each Step (One Closer To The Grave)”, brano lento con linee vocali possenti le quali esaltano quel senso drammatico. Avvincente la title track caratterizzata da una geniale alternanza tra momenti doom pericolosamente laceranti ed eccitanti accelerazioni death di prim’ordine; nervosa e rocambolesca “Vacant Stare”, marziale e minacciosa “Mass Psychosis”, un pezzo con interessanti spunti industrial, prima della conclusiva “As My Heart Grows Cold”, un inno al ‘Re’, una canzone intensa, ricca di tecnica, con un senso malinconico diffuso tra ritmiche ricercate ed un incedere angoscioso. Con produzione nuovamente (e giustamente) affidata a Russ Russell (Napalm Death, Dimmu Borgir, At The Gates, Amorphis), con la copertina ancora una volta firmata da Dan Seagrave (Benediction, Dismember, Hypocrisy, Suffocation), i Memoriam creano un album granitico, musicalmente travolgente e curato alla perfezione. Death metal tuonante indissolubilmente legato a guerra e morte, a rabbia e ribellione: i quattro ‘ragazzi’ ormai non più giovanissimi convertono la loro massiccia esperienza in una dimensione nella quale sembrano avere la grinta e l’energia delle band di provenienza… ai tempi del debutto!

(Luca Zakk) Voto: 9/10