(Small Stone) Avevo incrociato i portoghesi Miss Lava qualche tempo fa, quando uscì “Red Supergiant” nel 2013, un album (recensione qui) che li metteva in mostra con un atteggiamento aggressivo, scatenato, polveroso e selvaggio. Da quella pubblicazione è passato molto tempo e loro hanno messo in circolazione un altro disco e poi un EP prima di questo “Doom Machine” il quale cambia le carte in tavola, rivelando una band più riflessiva, più intima, sempre potente ma decisamente più tetra. Il disco stesso è dedicato al figlio del chitarrista K. Raffah, deceduto solo un mese e mezzo dopo essere venuto al mondo, pertanto quel senso tenebroso è palese, c’è tutta quella forza auto distruttiva che può nascere in certi momenti e, musicalmente, l’album si presenta molto più incisivo, meno grezzo o southern, più vicino al doom con spunti gothic e pure remotamente dark wave, anche se non vengono mai dimenticati quei richiami forse un po’ settantiani che rendono questo disco registrato in presa diretta molto carnale ed emozionante. Lo scorrimento è molto fluido, ricco di energia, ma quello stato mentale riflessivo emerge spesso, specialmente grazie ai tre intermezzi inseriti nella tracklist, quasi della pause atmosferiche di riflessione, prima di riprendere con energia il proseguimento dei brani (dodici intermezzi compresi, quindici con le bonus tracks dell’edizione su CD e digitale). Pungente e molto doomy “Fourth Dimension”, lenta e tormentata “In The Mire”, tagliente e melodica l’ottima “Magma”. Coinvolgenti i riff e la ritmica di “Brotherhood Of Eternal Love”, ribelle “Sleepy Warm”, molto tetra “The Great Divide”. Chitarra malinconica nell’intermezzo “Karma”, tuonante “The Fall”, prima dell’altro intermezzo ,“Alpha”, il quale si rivela molto misterioso e tenebroso. Incalzante “The Oracle”, completamente ambient l’intermezzo “Terra” prima della potentissima e rockeggiante title track. Le tre bonus tracks sono un valido extra: “God Feeds The Swine” e “Feel Surreal” sono molto doom mentre la conclusiva “Red Atlantis” unisce quel doom ad un ritmo pulsante e vorticoso. Album profondo, ricco, intenso. Dannatamente rock, infinitamente doom, oscuro, ricco di sentimenti, ma anche aggressivo, tradizionale e suggestivo. Un album che scatena autentico piacere durante l’ascolto!

(Luca Zakk) Voto: 8/10