copmobrules3(SPV) Dopo il cofanetto celebrativo “Timekeeper” (QUI recensito), i Mob Rules si riaffacciano sul mercato con l’ottavo full-“length” della loro carriera. I nostri continuano a tenere alta la bandiera del power di classe: siamo ancora di fronte a una formazione matura e sicura di sé, capace di creare buona musica, d’impatto ma anche complessa. In quest’ottica, sono superbi i nove minuti di “Dykemaster’s Tale”: forse il giro portante è rubacchiato da “Blood Brothers” dei Maiden, ma la canzone è coinvolgente dall’inizio alla fine, con grandi momenti strumentali e una magniloquente costruzione d’insieme. Ottima anche la vena folk di “Somerled”, mentre confina con l’hard rock d’assalto “Living on the Edge”. Riuscito anche il ritornello di “My Kingdom come”, già uscita come singolo due anni fa, mentre c’è un vago flavour progressive in “Dust of Vengeance”. La quasi titletrack “A Tale from beyond”, ispirata nientemeno che a “The Martian”, è divisa in tre parti tenute insieme da pathos e potenza: trionfa certamente il secondo movimento, “A Mirror inside”, una power ballad di grande impatto emozionale. Con la svelta e sicura “Outer Space”, remake di un vecchio pezzo, si chiude un disco oggettivamente bello, che consiglio agli appassionati di metal a 360°. Perché questa band non ottenga un successo più vasto per me rimane un mistero.

(René Urkus) Voto: 8/10