(autoproduzione) “A New Branch of Physics” entra sommesa, educata, fornisce un crescendo di suoni, dimensioni e atmosfere lontane e superiori. L’opener cede poi il passo alla maestosità e l’epica dei Monsterworks, due elementi da sempre vivi nel loro sound. Il tutto è fatto attraverso progressioni, crescendo dal tocco rock e in misura sicuramente maggiore di metal. Nel sound dei Monsterworks il rock è da sempre un elemento subdolamente presente, infatti il modo di fare le melodie, le sfumature e i tantissimi arrangiamenti sembrano quelli di una band incline a un prog di stampo rock. A conferma di ciò vi è “The Oracle”, canzone fatta d’atmosfera, dolcezza e impeti, quelli che contraddistinguono le composizione di Monsterworks. Sono scatti nervosi, improvvisi, come sconquassi accorati e trascinanti. “Arms Race” è la canzone più nervosa, più metal, più possente e comunque non meno costruita delle altre. “Divergence” arriva quasi a 10′ ed è una composizione articolata, ma al contempo la meno riuscita dal punto di vista melodico. Nonostante le diverse sfumature e atmosfere cangianti della canzone, è l’arrangiamento stesso e il prog che mitigano la presa delle melodie sull’ascoltatore. Canzone di quantità, più che di specifiche qualità. “Alternātum” è stato registrato in Galles, al Rockfield (usato in passato da Judas Priest e Black Sabbath) e missato dalla stessa band, un atto che dimostra la padronanza dei Monsterworks sulla propria musica e come sappiano poi valorizzarla. Dan Swanö presso il proprio Unisound Studio, ha dato gli ultimi ritocchi e sviluppato il processo di masterizzazione. “Alternātum” ha la consueta tempra musicale dei Monsterworks e la tipica girandola di emozioni e umori che contraddistingue il loro sound.

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(Alberto Vitale) Voto: 8/10