(Season of Mist) Dove sono stati negli ultimi quindi anni gli svedesi Mörk Gryning? Una band che da metà anni ’90 ai primi del 2000 ha sfornato ben quattro album di feroce black metal svedese, ricco di evoluzioni e nuove direzioni… fino allo scioglimento interrotto brevemente solo nel 2005 per pubblicare il quinto disco, quello omonimo. Poi il silenzio. Il sonno. Il nulla. Ora, dopo quindici anni da quella fine, grazie a anche ad alcuni concerti tenutisi negli ultimi anni, l’ispirazione è tornata, la carica di violenza, di furia, di un odio ancestrale che si riversa con impetuosa potenza in questo nuovo “Hinsides Vrede”. Ormai con una radice basta su un trio (con Draakh Kimera a voce, chitarre, tastiere e batteria – Goth Gorgon a basso, lead guitar e tastiere, e Avathar come chitarra solista), i Mörk Gryning non nascondono il fatto di essere sostanzialmente, ed in sede live, a tutti gli effetti un quintetto, visto che CG è spesso alle pelli e Aeon si occupa dei tasti d’avorio, piano in primis. L’inquietante intro “The Depths of Chinnereth” catapulta dentro la furibonda “Fältherren”, il primo brano che vede CG alla poderosa batteria. “Fältherren” è melodica, è veloce, è provocante…. lega indissolubilmente alle origini della band. “Existence in a Dream” alterna velocità illimitata ad aperture che strizzano l’occhio a mid tempo demoniaci, “Infernal” si rivela progressiva, coinvolgente, molto tecnica e dannatamente subdola con i suoi marcati spunti death metal. Epica “A Glimpse of the Sky”, grazie anche ad una dimensione quasi folk che emerge grazie alle sporadiche clean vocals. Armonia pura con l’intermezzo “Hinsides”, prima degli accenti cristallini e feroci di “The Night”, brano nel quale la band dimostra chiaramente il significato della definizione ‘black svedese’. Suggestiva e impulsiva la bellissima, melodica e gloriosa “Sleeping in the Embers”. Aeon offre un pianoforte immenso nella tetra e malinconica “For Those Departed”, prima di quell’assalto frontale rappresentato da “Without Crown”, pezzo che mescola con intelligenza black e death metal… senza però sfociare in definizioni trasversali moderne. Eterea la voce in stile orientale di Laura Ute, come ospite, su “Black Spirit”, brano che tra le altre cose vanta la crudele voce di Mr. Goth Gorgon, oltre che nuovamente il brutale drumming di CG, prima di un’altra espressione malinconica, ancora una volta affidata al piano di Aeon, nella conclusiva “On the Elysian Fields”. Death metal? Black melodico? Non importa. Mörk Gryning azzera tutto, annulla l’attesa, ignora le aspettative e fracassa ogni barriera con un ennesimo album di pregiato black metal, capace di coinvolgere, stregare, offendere, scatenare… in un divino bilanciamento tra melodie immense e brutalità ancestrale!

(Luca Zakk) Voto: 8/10