(autoprodotto) Sono al debutto i danesi Nake, quartetto prog post-metal rigorosamente strumentale. Musica creata intenzionalmente con una impostazione cinematografica, la colonna sonora di un film che si materializza durante l’ascolto, musica ricca di ritmiche contorte, di sonorità inquietanti, tetre anche quando melodicamente appaiono più brillanti, tanto da sfociare palesemente nel post-rock e post-metal, portando il pensiero a qualsivoglia stranezza concepita da bands quali Tool, Godspeed You! Black Emperor, Isis, Neurosis e -perché no- in qualche modo pure i Cult of Luna. La band, nonostante la provenienza, ama avere una impostazione ‘western’ (lo confermano anche le loro foto qui e qui), e vuole trasmettere con le chitarre quello stile tipico delle colonne sonore di Ennio Morricone proprio per quel tipo di cinema, aggiungendoci tuttavia molti dettagli sci-fi creati con i synth ispirandosi ai film di fantascienza degli anni ’80. Ci riescono? La cosa interessante è che questi dettagli ci sono, eccome, ma non sono dominanti; un ascolto distratto offrirebbe la percezione di un ‘normale’ post-metal molto tecnico, vibrante, graffiante… mentre prestando più attenzione brani come “Weaver” inglobano davvero quella geniale drammaticità della musica di Morricone, quella che troviamo nei film western all’italiana di registi come Sergio Leone, Duccio Tessari, Franco Giraldi, Giulio Petroni, Sergio Sollima e Sergio Corbucci. Sempre analizzando “Weaver”, si nota quella tendenza fantascientifica, emerge un metal graffiante, rivelando che i danesi hanno davvero una certa genialità nel definire il loro personalissimo percorso artistico, sia musicale che visuale, visto che si esibiscono con la teatralità di un abbigliamento fatto da poncho dipinti a mano, pitture cupe per il viso e cappelli a tesa larga che coprono in parte i volti dei musicisti, verso una teatralità decisamente drammatica. Tra i brani, oltre alla citata “Weaver”, emerge la contorta “Traveler”, l’inquietante e provocante “Morningred” e pure la tanto epica quanto destabilizzante “Common”. “Nake” è da ascoltare, a ripetizione, lasciando che si insinui nella mente, rivelandosi e svelandosi istante dopo istante.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10