COPEDOARDONAPOLI(Tunecore) Edoardo Napoli è un artista indipendente, giovane, italiano (Liguria). Ha suonato con molte band, ha creato molta musica e forse non è ancora riuscito ad affermarsi in quanto… italiano. Dopo le varie collaborazioni, militanze, divagazioni, ha deciso di far da solo: lo skill non gli manca, sa suonare un po’ di tutto, dalle chitarre, alle tastiere, fino alla batteria. “Eternal Bleeding” è il suo album di debutto, al quale sembra farà imminente seguito un secondo full length. E’ divertente il concetto di “full “length”” con un artista simile: non vincolato dai supporti (pubblicazione solo digitale) ha messo in piedi un disco di ben due ore, molto coinvolgenti, tutt’altro che noiose. Ma è il caso di valutare bene la produzione. Intanto la opener “A.A.D. Cosa Nostra” mi spiace dirlo, ma fa veramente schifo. Cantata malissimo, con testi in italiano “un po’ troppo italiani”, cacciati dentro la metrica letteralmente a calci. Mi spaventa sentire questa robaccia all’inizio e mi chiedo come possa essere umanamente possibile continuare così per due ore… ed effettivamente la opener sembra solo un filler, una canzone “perdi tempo” che per qualche scherzo del destino è finita all’inizio e non come bonus o “b-side” (o scartata). E’ proprio dalla seconda traccia che inizia a venire a galla il grosso talento di questo musicista: “Against The Cross” è cantata, growl, e siamo in territori death/black. Semplice, ma maledettamente coinvolgente. Dalla terza canzone, inizia il vero musicista, il vero solista, con un’ora e tre quarti di strumentale (quasi interamente), fino a coprire le 23 tracce della pubblicazione. Non è così facile definire il genere suonato. E’ intuibile una vena molto metal, a tratti molto defender, ma le influenze sono vaste e si estendono a 360 gradi: ci troviamo virtuosi della chitarra come Malmsteen. Ci troviamo black metal, death metal, thrash, power. C’è melodia ed un uso delle tastiere che richiama Derek Sherinian. C’è ambientazione, c’è atmosfera, c’è sentimento. Pezzi come “Let Yourself Fly Away” è un incrocio tra Stratovarius e qualcosa di più spinto e invaso dal psichedelico. Horror metal alla Simonetti con “Darkness Descends”. Un power inquietante e travolgente con “Living Nightmares”. La trilogia “No More Time” (tre pezzi) lascia senza fiato per atmosfera, calore degli assoli di chitarra, progressione. Uno stupendo feeling hard rock a base di tastiere con “Turbo!”. “Violence Is My Life” ripropone rabbia in stile death e torna ad apparire il cantato estremo, growl, mentre gli assoli richiamano decisamente l’epoca d’oro del thrash metal. Bella “When Spirits Shock My Hands”, con le sue frequenti alternanze di umore, mentre le due bonus track finali riassumono rispettivamente rabbia e coinvolgimento emotivo, con una punta di dolcezza e speranza. Edoardo riassume le sue esperienze, le cose che ama, che sente. Le riassume dopo averle assorbite e ricreate secondo il suo stile, la sua ispirazione. Non ne esce una originalità estrema, ma c’è una enorme base di partenza, un ampio spazio di crescita ed anche un ottima vetrina di cosa potrebbe fare questo artista con una band seria.

(Luca Zakk) Voto: 7/10