copnarrowhouse(Solitude Productions) Pare che, dapprincipio, gli ucraini Narrow House suonassero funeral doom; ma la band che mi trovo metaforicamente davanti oggi non appartiene più a questo genere. “Thanathonaut”, il loro secondo disco, può infatti essere ritenuto un album avantgarde, anche se spesso non ha quasi niente a che fare con il metal in senso stretto… Un sassofono, un sintetizzatore e un violino si dividono il compito di disegnare l’atmosfera dell’intro “Crossroads”, creando un mix inquietante e che cattura; ma “Furious Thoughts of Tranquillity”, dove il primo strumento domina, ha una atmosfera quasi jazz. Dal canto suo, “The Midwife to Sorrows” si spinge su territori gothic/doom, con toni pesanti ma mai veramente plumbei; la titletrack, pressoché del tutto strumentale, mescola ancora di più le atmosfere, partendo come una marcia militare e trasformandosi in uno spedito contrasto fra una ritmica quasi death e un lungo assolo di sax. Con “The last Retreat” siamo chiaramente in territorio avantgarde: presenza costante di quasi tutti i brani sono voci registrate che sembrano provenire da vecchi notiziari radiofonici, mentre le parti cantate sono ridotte al minimo. Dopo lo splendido stacco pianistico di “Doom over Valiria”, la conclusiva “Возрождение” (non chiedetemi cosa significhi, non ho la traduzione) ha qualche apertura doom, ma anche momenti sperimentali di una certa efficacia, pur se sembra andare un po’ alla cieca in alcuni passaggi. Un disco che ha bisogno certamente di numerosi ascolti per essere assimilato, e che forse si compiace un po’ della propria natura ‘intellettuale’… tuttavia, chi ama i sound non lineari dovrebbe almeno accomodarsi per un ascolto di prova.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10