(Indie Recordings/Hells Headbangers) Nell’ambito della musica estrema, la Norvegia è famosa sostanzialmente solo per il black metal. Tuttavia esistono realtà trasversali, bands che non seguono il percorso generale e che, al contrario, restano legate ad un old school tanto intenso da collocarsi ben prima di qualsiasi diramazione del black, o anche separazione tra thrash, death e lo stesso black. Un esempio è il trio Nekromantheon, in circolazione da oltre un decennio ma rintanatosi nelle tenebre dopo la pubblicazione del secondo album nel 2021: con questo terzo lavoro la band di Kolbotn, ricorda a tutti cosa sia il braccio armato del thrash metal, quel sound storico reso glorioso da band storiche, Kreator, Sodom e Sepultura in primis. Brani diretti, impetuosi, spietati ma molto ben suonati, ben arrangiati, capaci di prendere d’assalto l’ascoltatore, con riff al fulmicotone, assoli deliranti, drumming veloce e decisamente tecnico, il tutto violentato da linee vocali minacciose. La title track in apertura conferma la gloria di questo genere, risvegliando sensazioni ancestrali apparentemente assopite, esaltando con assoli veramente coinvolgenti. Infernale “Seven Rulers of Fate”, impostazione epica con “Faustian Rites”, incisiva e teatrale “Neptune Descent”, brano che evolve verso un mid tempo concepito cinicamente per un headbanging mortale. Meravigliosamente guerrafondaia “Scorched Death”, traccia che fa ricordare i primissimi Sodom e al quale fa seguito la furibonda ed incalzante “Dead Temples”. Melodie pungenti dentro una bufera di blast beat su “Thanatos”, prima dell’epilogo rappresentato da “Zealot Reign”, un brano dannatamente avvincente farcito di riff irresistibili ed una parentesi melodica poderosa. Poco più di mezzora che devasta, massacra, deflagra. Un album sincero, estremamente ben registrato anche grazie all’ausilio di equipaggiamenti analogici in grado di mantenere quel suono animalesco, carnale, caldo. Se il thrash è oggi un riscrivere capitoli storici un po’ copiando il passato, i Nekromantheon, tuonando dall’underground, prendono la brutta copia, la stracciano, la lanciano nel cestino e ricominciano tutto dall’inizio, scrivendo una nuova pagina di thrash fiero e potente, ricordando a tutti cosa vuol dire suonare questo genere musicale!

(Luca Zakk) Voto: 8/10