(Napalm Records) Dal secondo album “Agony” la band Nervosa ha intrapreso diversi tour, i quali hanno portato le tre brasiliane a farsi conoscere sempre di più e ad affinare il proprio sound. L’uscita della batterista Pitchu Ferraz non ha scalfito le capacità di Fernanda Lira e Prika Amaral. La Lira è sempre in forma in questo suo scream asciutto che modula fino a istantanee in growl, mentre Prika Amaral espone una chitarra che ricalca con potenza i classici del genere. Luana Dametto nel 2017 è entrata alla batteria con una capacità interessante. Dunque tour in ogni angolo d’Europa e delle Americhe, affinamento delle proprie capacità e produzione di idee, sono quanto è finito oggi in questo “Downfall of Mankind”. Thrash metal a rotta di collo per le tre, nessun dubbio che potesse essere così e tuttavia c’è una predominanza del genere nella sua veste più dura e oscura tanto quanto la scuola teutonica. Destruction soprattutto, i Kreator in misura minore, oltre a dei riff laceranti comunque cari alla Bay Area, come certe ambientazioni Slayer si rivelano a più riprese, con scatti anche di stampo Sepultura dell’età d’oro. Tutto ciò forma un gruppo di pezzi potenti e veloci. Rispetto ad “Agony” c’è la sensazione di una ruvidità tendente al death metal decisamente più limata, più fluida. Rika, Fernanda e Luana suonano in modo spietato, forse troppo seriale perché è questo il vero punto sul quale il songwriting dovrebbe migliorare. Paradossalmente la bonus track “Selfish Battle” si discosta ampiamente dal mood generale dell’album. È questo l’unico momento concretamente inaspettato, ma la canzone è appunto una bonus track. Da un punto di vista esecutivo però le Nervosa sono un rullo compressore. I ritmi spediti e insistenti, il riffing serrato, la voce crudele, sono ormai un loro marchio.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10