(autoproduzione) Raggio d’azione ampio per i Northern Lines, attraverso un progressive che si amplia attraverso soluzioni ben diverse tra loro. La band smista il proprio messaggio tra un prog rock classico a cenni di psichedelia e soft rock alla Pink Floyd, per poi toccare temi maestosi, per quanto improvvisati, in stile Morricone o Piccioni, tanto per scomodare qualche nome e dare una certa ambizione a questa cinematografica astrazione musicale. Musica strutturata, eppure c’è qualche fuoriuscita di troppo, qualche divagazione indigesta, ma il tutto è la sintesi di un’architettura magniloquente, appunto ambiziosa e capace di essere diretta. Un messaggio che passa attraverso melodie portanti di qualità, oppure che riesumano lo spettro dei Led Zeppelin, Hendrix e così via. Non siamo di fronte a un falso ben riuscito, ma a una derivazione alquanto personale. I tre musicisti calcolano con attenzione, soppesano, scelgono le direzioni, i momenti e i tempi. Il tocco è leggero, la chitarra pianta discorsi continui e la sezione ritmica è un tappeto che si stende. Un nuovo album ricco di materia sonora per i Northern Lines, perché il tutto passa solo attraverso composizioni strumentali, accattivanti e con brio.

FB della band

(Alberto Vitale) Voto: 7/10