(Scarlet Records) Il secondo album della symphonic-prog metal band italiana punta a una maestosa orchestrazione dei synth e partiture metal sostenute e agili che sfoggiano il meglio, con le chitarre lanciate in armonizzazioni e in assoli taglienti e allo stesso tempo melodici. L’elemento symphonic metal è predominante ma i Noveria nei pezzi tengono un certo passo nel quale si manifestano diversi cambi melodici attraverso il riffing, sottolineati da una batteria tonica, volitiva nonostante suoni, almeno dal promo ricevuto, un po’ piallata dalla produzione. A suo modo è dunque un prog metal quanto si percepisce in “The Gates of the Underworld”, non complesso e semmai brillante nelle sfumature. Le stesse tastiere di Julien Spreutels rappresentano ricami interessanti. Sulle orchestrazioni si può tranquillamente affermare che spesso comunicano atmosfere filmiche, a metà tra genere d’avventura e fantasy. Alla voce Francesco Corigliano, proverbiale esibizione di un cantato modulato e ispirato nelle trame di questi pezzi. “The Gates of the Underworld” ha un suo fascino, anche per via del fatto che ogni elemento suona con un contributo tangibile nei vari livelli dell’album. Il tutto però risulta standard sulla distanza, cioè i pezzi al di là dell’indiscussa qualità esecutiva, appaiono simili e forse l’oltre un’ora di durata dell’album contribuisce a generare questa sensazione.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10