(Sepulchral Productions) Se pensiamo alla dottrina dell’orfismo, dal moniker di questa band, emerge che ‘nell’Orfismo, l’origine delle cose prende radice nella Notte e nell’Uovo primordiale che rappresenta l’unità, il microcosmo. La dischiusura dell’uovo degrada l’unità dell’essere ed impone che al suo smembramento in più elementi venga affiancata una ricerca di ricomposizione dell’unità. Questo ritorno allo stato originario di purezza, presente unicamente alla nascita, è rispecchiata dall’avvento del Dioniso orfico che riconquista lo stato di purezza perduto solamente alla sesta generazione.’ (fonte: Wikipedia). Il canadese -per la precisione dal Québec- David Potter, già vocalist dei melodic death metallers Sacrificed Alliance, si è inventato un nuovo progetto tutto suo, Orphique per l’appunto, concepito per trasformare in musica le sue personali visioni. Con l’aiuto di un manipolo di musicisti a lui vicini, David scolpisce questo “Consécration Cadavérique”, questa ‘consacrazione del cadavere’, quest’ottimo esempio di melodia intrecciata con la mistica oscurità tipica del black canadese. Catchy, intenso, emozionale ed emozionante, a tratti meravigliosamente struggente, ricco di brillanti dettagli, spesso scalfito da virtuosi assoli di chitarra. Tra tempi tirati e mid tempo introspettivi, tra un’incedere marziale e un divagare atmosferico: monumentale la lunga “Onirique” in apertura, uno dei pezzi più variegati e ricchi di sfaccettature, irresistibilmente provocante “Vampirique”, traccia con un suggestivo potere ipnotico, tanto aggressiva quanto epica “Chromatique”, brano che accosta black rabbioso a parentesi acustiche di alto spessore artistico, evolvendo verso atmosfere accentate dalle tastiere, prima di un nuovo cambio verso un epilogo letale, tagliente, tuttavia molto evocativo. Fervido il pianoforte di “Chimérique”, brano che evolve verso uno stato angoscioso travolto da un dolore straziante, prima della conclusiva “Sporadique”, un altro esempio di una varietà di scenari sonori contrastanti, accostati con sublime maestria. Intensi, complessi, progressivi, senza confini o limiti artistici. Un disco maestoso, un’opera curata, un album ricco di passaggi intricati ed intriganti, colmo di idee genialmente accostate l’una con l’altra. Una dimensione sonora ed artistica che tormenta i sogni e alimenta gli incubi, infestando ogni più remoto angolo della mente della fragile psiche umana: c’è una nuova maestosa entità che infesta la sulfurea scena black del Québec… e si chiama Orphique.

(Luca Zakk) Voto: 9/10