(Iron Bonehead Productions) Dalla Bielorussia tornano questi misteriosi animali (francamente non so nemmeno se si tratti di una band o di una one man band come suggerisce la tetra copertina). Dopo il debutto del 2018 (recensione qui), è tempo di far echeggiare il loro lugubre sound ancora una volta, inquinando l’etere con poco meno di un quarto d’ora di veleno sonoro. Come scrisse il collega in occasione del debutto, ‘i Pa Vesh En si avvicinano pericolosamente ad un ideale sonoro perpetrato dalla branca più oscura del black sotterraneo, vale a dire la cacofonia pura’. Indovinate? Non è cambiato assolutamente nulla! Avete presente (parlo ai lettori meno giovani, metallari di vecchia scuola), quando mamma vi sgridava perché ascoltavate musica che lei definiva rumore (che poi all’epoca erano Iron Maiden, Slayer, Metallica…)? Ebbene, se fate sentire “Cryptic Rites of Necromancy” a mamma… beh, c’è una forte probabilità che rimarrete orfani. O che vi sopprima, rivendicando un ancestrale diritto sulla creatura (voi) che lei stessa ha messo al mondo. Tuttavia dentro questa nebulosa di apparente rumore, c’è tecnica, c’è genialità, c’è abilità nel songwriting; …e per scrivere musica del genere bisogna essere degli assoluti incapaci (ma non verrebbe così ipnotica e lacernate), o bisogna essere dei fottuti geni con il cervello devastato. Voce straziante. Drumming scatenato e proveniente da un’altra umida stanza. Chitarre torturate ovattate e mal regiustrate. Voce non appartenente al genere umano e comunque non appartenente ad alcuna persona che non sia sottoposta alle più ciniche torture di origine medioevale. Per molti questa roba non è musica. Per molti altri, come per mamma, si tratta di rumore. Per quei pochi che rimangono, forse, questa è espressione assoluta nell’esporre una sintesi delle deviazioni perverse e violente del genere umano. E, se diamo un’occhiata alla storia della nostra specie, passata e presente (e futura)… forse i Pa Vesh En hanno ancora molto da descrivere, un ampio margine per spingersi ancor più oltre la prossima soglia.

(Luca Zakk) Voto: 8/10