(WormHoleDeath Records) Terminata l’esperienza Nosense Carlos Belmont e Carlos Torres pensano a qualcos’altro che si materializza nei Pulse. Un progetto nato durante la pandemia da CoViD-19 e che viene conseguentemente segnato, o potenziato, da toni malinconici, tristi, a tratti dimessi. Un modo di essere dei Pulse che rievoca i Paradise Lost e quel muoversi tra spazi neo-gothic, timidamente prog, rock e con sussulti pseudo metal. I sintetizzatori si sommano alle chitarre e sezione ritmica per inscenare una dimensione che sa essere rarefatta oppure dirompente per il suo marciare solido. Si prenda un brano come “Resistance” che avvolge le note di sensazioni morbide e un pochino sognanti e di irruenze poderose e sempre ben modulate. “ImPulse” scorre in maniera fluida grazie a un lotto di pezzi che si lascia ascoltare quanto apprezzare. Un prog morbido, voluto con toni sia evocativi quanto docili e trascinanti da un lavoro delle chitarre volubile, mutevole. In questa reincarnazione di una parte dei Nosense c’è anche spazio per il rifacimento di un loro pezzo, “Key”, di fatto una cover che ben si presta a questo gioco di suoni aggraziati e comunque solidi. Ad inizio anno entrano in formazione anche il batterista Khristian Janssen e il bassista Daniel García (un ex Nosense) ed ora i Pulse sono rivolti al futuro.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10