coprevamp(Nuclear Blast) Floor Jansen confluì dagli After Forever ai ReVamp (attualmente è formalmente nei Nightwish), una sorta di progetto solista datato 2009. Fiorì una nuova realtà symphonic-gothic metal (o qualcosa di simile), con esempi di progressive e scorie alternative metal (vedi il riffing di ” The Anatomy of a Nervous Breakdown: The Limbic System” e le altre due parti della stessa composizione, presenti in questo secondo album degli Olandesi). Quella fioritura prese le forme dell’album “ReVamp”, mentre in questa nuova stagione ecco maturare “Wild Card”, altro album dalla ricetta compositiva che è più o meno la stessa del precedente lavoro, anche se trovo le melodie meno scontate ma spesso ripetitive nella loro struttura. Il carattere sinfonico persiste, a volte sullo sfondo a volte va a predominare, mentre il riffing si dimostra notevolmente più rabbioso e quadrato. La Jansen è splendida, la sua voce si eleva, va a creare linee vocali imponenti e diversificate. Trovo la band, il resto dei musicisti, in forma nelle fasi progressive (vedi “Precibus” e “Amendatory”), ma appare solo come un buon manipolo di arrangiatori nelle parti che non lo sono. Senza volere screditare l’impegno dei musicisti, ho tuttavia l’impressione che l’amalgama generale di questo sound non sia ancora del tutto definito, eppure “Wild Card” si sviluppa piacevolmente e la Jansen prende per mano, è lei la strada da seguire con le proprie variazioni vocali e al centro di risvolti operistici, voci rudi e clean armoniose e fluenti. I pezzi dunque non si legano del tutto tra loro, cioè dimostrano esempi e varietà di stili che pongono appunto i ReVamp distanti dall’avere trovato un assetto formalmente definito. “Distorted Lullabies”, epica composizione sinfonica molto Nightwish, “I Can Become”, canzone d’impatto e pesante sono due esempi di come la Jansen e soci marchino discorsi molto ampi, volubili, ma per l’appunto non ancora del tutto coesi. Rispetto a “ReVamp” c’è il “passo in avanti”, ma il resto è la dimostrazione di una band che sa farsi piacere, ma senza essere un manipolo di fenomeni. Floor a parte, ovviamente.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10