coprorcal(Lost Pilgrims Records) Gli svizzeri Rorcal creano la “fine del mondo”, perché questo vuol dire in ungherese “Világvége”. Asciugano il sound da possibili orpelli, dai  “di più” che la composizione musicale potrebbe e dovrebbe portare, limano totalmente le idee e profondono nelle otto composizioni tante chitarre ampie e robuste, un drumming lento e d’atmosfera, un basso che vibra e si confonde nelle vibrazioni degli altri strumenti e una voce arsa, urlante, dannata. Chissà come si sarà sentito con la gola il cantante dopo le registrazioni. I Rorcal sono una band drone/doom metal con considerevoli virate nel black/noise metal. Alle spalle la band ha molte pubblicazioni (EP, split e due album) e tanti concerti in giro per l’Europa. Mentre le prime due canzoni, “I” e “D”, i titoli sono criptici in questo album, offrono oltre un quarto d’ora di drone e doom di tipo monolitico e raffermo, nella canzone “II” si apre un armageddon indescrivibile, cioè un black metal che assume anche risvolti noise metal. Questa situazione si ripete anche altrove nell’album, ma attraverso un riequilibrio dei diversi generi e stili permettendo loro di coabitare con maggiore equilibrio. I brani spaziano dagli oltre tre minuti a gli oltre quattro e otto, ma tra i meglio riusciti c’è “V” che con poco più di quattro minuti conferisce alla sua struttura un buon dinamismo ed evoluzione nelle sue parti. Tuttavia è singolare notare che le melodie più importanti arrivino dalle fasi simil black metal che dalle altre. L’album è stato registrato in presa diretta in studio, in un solo giorno di registrazioni. Personalmente ho un’opinione molto netta di questo lavoro. Credo che “Világvége” sia un album per coloro che amino sonorità seminali, caotiche e “squadrate”, cioè con poche evoluzioni e variazioni sostanziali. E’ un sound solenne e apocalittico insieme quello dei Rorcal e temo non per tutti: quanti riusciranno a reggere questo ciclone circoscritto per oltre quaranta minuti? Io mi sento comunque di consigliarlo, avvertendovi che non è una discesa nell’occhio del ciclone, dove raggiungere una catarsi, ma “Világvége” è il vorticare insistete attorno a quel punto. L’album esce anche in vinile ed è prevista una versione in musicassetta.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10