copsabbathassembly(Svart Records) Esplorazione del divino e dell’infernale. “Quaternity”: la natura quadruplice dell’uomo e del suo rapporto con il divino. Un passo successivo rispetto al concetto di trinità, concetto al quale manca un elemento, il quarto, che è la natura umana o l’essenza femminile, che nella storia della chiesa è spesso associata al male stesso. Progetto bizzarro i Sabbath Assembly, giunti al terzo album. Un album acustico, ambientale, emozionale, sentimentale. Un mix assurdo di musica hippie e folk con concetti religiosi ispirati alla “chiesa” del “Process Church of the Final Judgment”. In queste ideologie, pregare cristo e inneggiare a satana sono cose che vanno avanti assieme, in una strana e filosofica rivisitazione del credo. Musicalmente siamo sul territorio emozionale, dove diverse interpretazioni principalmente acustiche danno origine a quaranta minuti di viaggio spirituale, con suoni che integrano chitarre acustiche, violini, chitarre elettriche, tastiere. Un disco diviso in capitoli, quattro dei quali esplorano con forte resa emozionale le altrettante entità divine: cristo, geova, lucifero e satana, ciascuna delle quali descritte senza il pregiudizio della religione cristiana, dove lucifero porta la luce, satana la forza (stupenda “I, Satan”, piena di atmosfere oscure e chitarre potenti), geova la vendetta e cristo è il signore della morte. L’album chiude con un capitolo imponente, della durata di quasi venti minuti, “The Four Horsemen”, dove viene trattata l’apocalisse e le rivelazioni. Intrigante questo album, complicato, spirituale. Un impossibile equilibrio tra sacro e profano, umano e spirituale, assurdo e concreto. Un lavoro strano, un lavoro molto intenso, in un improbabile labirinto dove fanatismo religioso si mescola con odio e satanismo. Surreale.

(Luca Zakk) Voto: 7/10