(autoproduzione) Un demo, un EP e ora l’album “The Dark Passanger”, una pubblicazione cospicua per diffondere il nome Samsara Circle. La band proviene da Dusseldorf, in Germania, è suona un metalcore agile, piuttosto costruito e colmo di ricami delle chitarre di Michael e Eike. Il tessuto delle chitarre si adagia e prende forma su una buona base ritmica, Quinten al basso e Tobsine alla batteria, lanciandosi così in assoli, contrappunti, e quasi ti ricordano i Parkway Drive. A conti fatti però l’esecuzione è quanto di più salta all’orecchio dalla band. Olli è la voce, a proprio agio in fasi clean, growl e harsh delle corde vocali. Insomma, questa è la band che ha il giusto elemento per ogni strumento e, cosa ancora più importante, i cinque sanno incastrarsi nel migliore de modi tra di loro e ottenere un parco canzoni di tutto rispetto. Sette in tutto, per trentatré minuti di solidità e un controbilanciamento melodico importante. “Skeleton Key” è una canzone che più dal metalcore, sembra arrivare dagli anni ’90 e dall’alternative-crossover-nu metal della prima ora. A dire il vero “The Dark Passanger” presenta spunti che rievocano quell’era, attraverso qualcosa alla System Of A Down, Rage Against The Machine e sempre in un contesto che però modernizza sempre il tutto. Completa l’album la cover di “Habits (Stay High)” di Tove Lo.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10