(Transcending Obscurity Rec.) Le tenebre si diradano, qualcosa di imponente spunta fuori. Questo è ciò che si coglie dall’incipit dell’opener “At the Left Hand of Satan”. La canzone presenta da subito i tratti salienti dei Sathanas: potenza, riff chiari e netti, black metal agile e con iniezioni di thrash metal. Un modello sonoro consolidato per i Sathans, ormai al decimo album in carriera con “Necrohymns”. Otto canzoni piuttosto distintive tra di loro, proprio per il fatto che il thrash metal rende i pezzi variabili e con alti e bassi in fatto di forza. Riff schematici ma puliti, rendono immediatamente trascinanti alcune canzoni, un esempio è “Of Wrath and Hellfire”. “Necrohymns” offre comunque dei momenti irriverenti, pesanti ma selvaggi, come “Harbinger of Death”, un brano per il quale l’estro e il senso del songwriting della band è espresso in maniera magnifica. La produzione ha ben separato i suoni, tanto che Bill Davidson, bassista del trio, è davvero una colonna portante e in chiaro nelle canzoni. Paul Tucker, chitarra e voce arrabbiatissima, e Jim Strauss, batterista che equilibra bene il proprio lavoro nei diversi momenti dei pezzi, rendono “Necrohymns” un lavoro inaspettato. Pulito, ma orientato verso il black/blackened, l’album è sentimentalmente thrash e le canzoni sono una tenace e coinvolgente colata di autentico metal.

(Alberto Vitale) voto: 8/10