copschwarzerengel2(Massacre) Due anni dopo “Träume einer Nacht”, e poco tempo dopo l’EP “Schwarze Sonne”, il superfluo (forse si, leggere la recensione https://www.metalhead.it/?p=20970) ecco il nuovo album della plasticosa band symhonic-gothic metal band teutono dell’Angelo Nero. Schwarzer Engel, solida realtà tedesca e appunto confinata alle glorie interne alla nazione, o dei paesi con quella lingua, vistoc he cantano in tedesco. “Plasticosa” perchè il sound pieno, corposo, perfetto e dunque artefatto è al massimo livello. Sono sincero: suonarlo ad alto volume è gratificante per la gamma di frequenze che uno stereo riesce a proporre e tuttavia, passando ad un discorso più estetico, musicale, “In Brennenden Himmeln” non è un brutto album. C’è la tipica teutone pomposità oscura e un tantino fredda, abbinata ad orchestrazioni solenni è imponenti, c’è quella vocalità spessa, altisonante. C’è tutto, c’è quello che una band tedesca riesce a dare nell’ambito gothic. Scontati? Si e no, forse, non lo so. Non ho mai apprezzato il gothic, a parte gli album e le band epocali, ma questo lavoro ha un tocco di perfetta e studiata armonia, teutone, sempre, ovviamente. Scusate la ripetizione, ma è necessario specificare con che tipo di sonorità si ha a che fare, nonostante la canzone “Schwarze Sonne” riesca a dare qualcosa di più rispetto agli standard della band. Gli Schwarzer Engel sono in forma, protetti da una produzione perfetta, un songwriting vivace, una casa discografica connazionale e che fa affari in patria con questa band. Dave Jason, mente del progetto Angelo nero, si è superato, proponendo un set di pezzi (14, vacci a capire perché i tedeschi non si accontentano mai di fare una decina di canzoni in tutto) più o meno articolato e giocando su masse sonore pesanti oppure sistematicamente intarsiate da tagli orchestrali. Musica per la massa “alternativa”, nera, “ribelle” tedesca e comunque suonata con precisione, a tratti stucchevole per come Jason riprenda modelli importanti (vedi i Cradle Of Filth in “Verneinen”) e pure riesce a farlo e rivisitare ogni riff e idea e renderla omogenea e parte di questa architettura sonora che in patria troverà estimatori. Fuori potrebbe invece apparire, “In Brennenden Himmeln”, come la tipica release gothic di marca tedesca.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10