copSeekIrony(UDR Music) Tre quarti d’ora di musica esplosiva. Un disco irresistibile, poderoso, travolgente. La prima cosa che ti viene in mente è una provenienza a cavallo tra la solita Inghilterra o la scontata Svezia… e qui cade il primo luogo comune: questi sono Israeliani, di Tel Aviv (anche se ormai trapiantati in Texas). Oppure parti proprio dalla provenienza, ed il meccanismo dei luoghi comuni riparte di brutto… sei li che t’aspetti sonorità esotiche, calde, tradizionali… diavolo, manco ti viene in mente una band alt rock da quei posti. Ed ecco che ti arriva in faccia una sequenza di undici canzoni che sono esattamente ciò che recita il titolo dell’album: rock tecnologico, rock iper moderno… pieno di elettronica, ma pur sempre rock… e quindi zeppo anche di riffing, catchy, coinvolgente, roba che ti fa muovere, ti fa godere, ti fa cantare. La genialità è l’iniettare queste sembianze industrial-techno in un hard rock di stampo alternative… senza togliere l’identità al rock stesso, il quale rimane dominante, presente, efficace (ci sono poche band che ci sono veramente riuscite, ad esempio i Rammstein nel loro genere). Dentro “Tech N’Roll” c’è la chitarra suonata, ma anche il beat computerizzato. C’è un singer vero, che canta in modo naturale ma anche travolto dagli effetti. C’è il drumming, ci sono i sample, c’è un mix pazzesco di sonorità ipoteticamente contrapposte ed incompatibili… sbattendo questi Seek Irony in una cattedra di rock moderno, dove dispensano nuove innovative regole, offrono consigli, mostrano la via. “She” è elettro rock che diventa riff heavy, strofe digitali, pre ritornello caldo, ritornello poderoso e grintosissimo. La title track apre poco “tech” e molto “roll” – musicalmente- ma il singer viene iper filtrato e l’energia che si materializza è sconvolgente. “Devil in Me” è furiosa, cattiva, ma anche melodica, isterica, pompata. Stupendo eccesso di digitale su “Skin 2 Skin” e “When You Lie”, con un risultato capace di creare un incrocio assurdo tra punk e nu-metal anni ’90. Irresistibile “Running Towards The End Of The World”: un canzone che ti fa muovere anche se non vuoi, anche se sei morto e pure sepolto; una sublime capacità di inserire basi pop/dance in un heavy rock efficace ma con tracce di roba dal gusto anni 60-70-80. Nervosa “Peel Me Away”, politica e dannatamente ben riuscita “Ravelution (Push)”, una canzone ricca di una cattiveria esaltata sia dai riff che dall’elettronica scatenata, prima di convergere verso il finale del disco, marcato dalla decadente e decisamente dark “Head Above The Water”. Album diverso, in qualche modo innovativo… non tanto nel genere fine a se stesso, ma nella genialità nell’incrociare soluzioni sonore diverse, contrapposte, apparentemente incompatibili. Gli Seek Irony, con questo debutto, battono i pugni. Sfidano, provocano, stimolano. Lo fanno con capacità tecnica agli strumenti, una fantasia galoppante nel concetto generale, ed un lavoro eccellente in studio.

(Luca Zakk) Voto: 9/10