(Debemur Morti Productions) Dopo varie releases con la Sun & Moon Records, compreso l’album di debutto, oltre che EP e compilation, i venezuelani/cileni Selbst approdano in casa della Debemur Morti Productions, continuando a divulgare un sound dal sapore meravigliosamente nordico o dell’est dell’Europa, un sound quasi impossibile da associare ad un paese latinoamericano. “Storie di Angoscia”, il secondo full length della band, è un possente assalto che proviene dalle tenebre più mostruose, sferzato da immense teorie melodiche, ritmiche rocciose e linee vocali crudeli, in linea con un ottimo black, un poderoso death, rendendo più grave e fetida la scuola stilistica di bands quali i Mgła o Behemoth, sfiorando i freddi stili Francesi ed Islandesi. Il nuovo album conferma le grandi atmosfere decadenti avvicinandosi ai livelli di oscurità dei precedenti lavori, puntando questa volta più su corposità dei brani, tecnica e assalto frontale. Isterico e drammatico l’intro “Praeludium”, crudele e incisiva “Deafening Wailing of the Desperate Ones“, brano che rivela il possente lavoro di chitarra che si estende per tutto il disco. Contorta e penetrante “The Depths of Selfishness”, destabilizzante “Silent Soul Throes”. Alle soglie del prog-avantgarde “The Weight of Breathing” e “Sculpting the Dirtiness of its Existence”, mentre la lunga e conclusiva “Let the Pain Run Through” genera un’ansia esaltata dalle bellissime guest vocals corali, con quel mid tempo micidiale e quella chitarra solista tuonante. La cosa impattante è che questo travolgimento sonoro è opera di un solo individuo… i Selbst sono tornati ad essere una devastante one man band, e anche le maggior parte linee vocali precedentemente curate da da Frozen e N. Onfray, sono ora frutto del mastermind… il quale si fa chiamare semplicemente ‘N’.

(Luca Zakk) Voto: 8/10