(Memento Mori) Primo full length per Shrine Of The Serpent, terzetto statunitense che circa un paio di anni or sono aveva pubblicato un EP omonimo incentrato su sonorità sludge/doom. L’approccio ora è parzialmente mutato: le rabbiose parti sludge sono pressoché scomparse, in favore di sonorità ancor più cupe e disperate di matrice funeral doom. I brani sono lunghi ed estremamente lenti, costituiti da pochi accordi suonati a qualche secondo di distanza l’uno dall’altro, un po’ come facevano i primissimi Cathedral. La voce di Todd Janeczek trasmette una disperazione inconsolabile, con un growling che sembra più un rantolo mortifero. Ad ogni nota, ad ogni passaggio, si respira un clima di depressa rassegnazione, una sensazione di oppressione che schiaccia l’incauto ascoltatore. Il problema principale è che, nonostante le composizioni siano di buona fattura, la tecnica esecutiva dei musicisti sia di ottimo livello e tutto il lavoro sia piacevole, manca quella memorabilità, quella capacità di fissarsi nella mente dell’ascoltatore. Un buon disco, in definitiva, ma mancante di quel quid che permetta ad esso di spiccare.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10